Tai Chi Chuan

Il Tai Chi che pratichiamo è quello della scuola Tokitsu-ryu, e fa parte del metodo Jiseido. Pratichiamo la forma Yang max-taichi9108 e studiamo la forma Chen dello stile Jiseido chiamata JiseiKen. Non abbiamo alcun interesse a metterci in competizione con nessuno, ma solo la volontà di praticare con passione.

Storia e filosofia del Tai Chi Chuan.

L’interesse per le attività motorie, inizia in Cina forse prima ancora della storia stessa. Tutto ciò che di scritto si può trovare sul Tai Chi, molto spesso è opera di autori ignoti, per cui è assai difficile datare con precisione l’origine del Tai Chi . Altrettanto difficile è attribuire il merito di aver ideato questa antichissima disciplina,

dato che le genealogie dei suoi antichi maestri, ci appaiono spesso incomprensibili e ci disorientano. Tra le innumerevoli leggende di eroi e di saggi maestri, prende piede quella che narra di un monaco buddista di nome Bodhidharma (Ta Mo in cinese ). Giunto in Cina probabilmente dall’India, egli si recò in un monastero chiamato Shao Lin (ossia “ della giovane foresta “), e lì insegnò ai monaci una serie di esercizi per ritonificare il corpo dopo le lunghe meditazioni in posizioni statiche e sedentarie.

Questo monaco inoltre, osservando i movimenti degli animali, inventò una rudimentale forma di lotta chiamata Shao Lin Chuan ( Boxe di Shao Lin ) che più tardi diventerà il conosciuto e temuto Kung Fu di Shao Lin.

Ma la cosa più importante che fece Ta Mo, fu quella di influenzare in maniera radicale il pensiero corrente creando il buddismo Ch’an ( Zen ). Mentre lo Shao Lin Chuan si andava affinando con il passare dei secoli ed il susseguirsi di grandi maestri, divenendo una raffinata quanto temuta arte di combattimento, un monaco taoista di nome Chang San Feng, già esperto nell’arte del Kung Fu, osservando il combattimento tra una gru ed un serpente, pensò di combinare i principi morbidi e terapeutici degli esercizi (Tao Yin) di Ta Mo con le tecniche del pugilato Shao Lin. Inventò, inoltre, un sistema di respirazione chiamato Ch’i Kung che pose alla base del suo nuovo esercizio.

Sostituì i movimenti veloci, agili, rettilinei e secchi ( tipici del Kung Fu ) che egli notò nel modo di combattere della gru, con movimenti lenti, ampi, circolari e sinuosi quali aveva usato il serpente per rispondere agli attacchi dell’uccello. Ne nacque una sorta di danza dolce ed armonica che eseguita secondo i principi taoisti

e gli schemi di medicina cinese, sostituì ben presto le lunghe e sedentarie meditazioni con la meditazione dinamica tipica del Tai Chi.

Chang San Feng, che pare sia vissuto tra il XII e il XIV secolo a.C., segnò per primo la scissione tra la disciplina “ esterna “ ( Wei Chia ) che predilige la forza fisica e la velocità come il Kung Fu, e la disciplina “ interna “ ( Nei Chia) che pone l’accento sul movimento morbido e sull’utilizzo dell’energia interiore (Chi ) come il Tai Chi Chuan. Il principale filone di pensiero sul quale si basa il Tai Chi Chuan, è il Taoismo. Questa filosofia pone le sue basi sul principio dello Yin e dello Yang ossia le polarità opposte; una teoria questa, della quale si servivano i filosofi cinesi per spiegare l’origine dell’universo.

max-taichi4In principio era il Wu Chi ( letteralmente “ assenza di polarità “ ) , il “ grande nulla “ o meglio il “ tutto senza ordine “. Ad un certo punto cominciò a crearsi un“ ordine “ basato su una polarità positiva ( Yang ) ed una negativa ( Yin ) che interagirono originando la “ Suprema Polarità “ ( Tai Chi ) il quale, a sua volta, dette origine all’Universo e a tutte le creature e i con- cetti che lo popolano.

Non esiste fenomeno fisico, psichico o spirituale che non nasca dalla compenetrazione di questi due principi e dal loro continuo trasformarsi l’uno nell’altro. In un famosissimo testo intitolato Tao Te Ching ( il libro della virtù suprema ), scritto da un altrettanto famoso autore e filosofo di nome Lao Tze si parla del “Tao” .

_ C’è qualcosa di caoticamente completo in sé nato prima del cielo e della terra. Non conoscendone il nome lo chiamo “ Tao”._ ( Lao Tze Tao Te Ching )

Con questo termine, Lao Tze cerca di definire un concetto talmente ampio e complesso che non si può esprimere né tantomeno spiegare con le semplici parole. Il termine “ Tao” si può tradurre con “ la via “ ma anche con “ l’origine ultima delle cose “, si può quindi notare quanto grandi e molteplici significati si possano attribuire ad una così breve parola.

_ Il Tao di cui si può parlare non è il vero Tao, il nome che si può pronunciare non è l’eterno nome._ ( Lao Tze Tao Te Ching cap. 1 )

Con queste parole con le quali comincia il libro, il “ grande vecchio ” ( questo è il nome tradotto di Lao Tze ), premette che cercherà di esprimere con parole ciò che in realtà non si può esprimere, e continua:

_ Il Tao generò l’Uno; l’Uno generò il Due; il Due generò il Tre;

il Tre generò le innumerevoli creature. Le innumerevoli creature portano lo Yin sulle spalle e lo Yang fra le braccia e la loro armonia deriva dalla fusione delle due energie vitali._ ( Lao Tze Tao Te Ching cap. 42 )

E per comprendere ancora meglio il concetto di “ polarità opposte ” si legge nel cap. 39:

_ Senza ciò che lo rende limpido,il cielo andrebbe in pezzi; senza ciò che la rende stabile, la terra sprofonderebbe; senza ciò che li rende potenti, gli dei scomparirebbero;

senza ciò che le rende piene, le sorgenti si asciugherebbero; senza ciò che le fa vivere, le innumerevoli creature morirebbero; senza ciò che permette loro di governare, re e nobili cadrebbero; senza lo Yin non esisterebbe lo Yang e senza lo Yang non esisterebbe lo Yin.

Tanti concetti, questi, per spiegare che in ogni essere fisico, psichico o spirituale che faccia parte dell’universo, vi sono due polarità opposte, due modi diversi di essere, di agire e di esistere. Per noi occidentali, questo modo di pensare, potrebbe apparire fin qui accettabile, ma quello che appare difficile da accettare e da mettere in pratica è quello che il taoismo chiama “ agire senza agire ”( Wu Wei ).

Può sembrare un paradosso, ma in realtà non è così; per l’uomo sembra obbligatorio prendere una posizione di fronte ad una qualsiasi situazione ed è per lui naturale dare giudizi, imporre le proprie idee e schierarsi pro o contro la situazione stessa. A questo proposito il libro di Lao Tze riporta moltissimi brani, come ad esempio:

_ Quando tutto il mondo riconosce la bellezza come tale, nasce la bruttezza. quando tutto il mondo riconosce il bene come tale, ecco che nasce il male.

Perciò il saggio opera senza agire e insegna senza parole. Le innumerevoli creature emergono ed egli non se ne appropria. Le genera senza possederle.

Le nutre senza renderle dipendenti. Non si sofferma sui risultati della sua opera e per questo essi sono durevoli. ( Lao Tze Tao Te Ching cap. 2 )

Quello che l’autore cerca di far capire, è che tendenzialmente si è portati a classificare tutto come positivo o negativo e ciò influenza radicalmente le nostre scelte ed il nostro conseguente modo di agire. Appare piuttosto evidente che le nostre scelte tendono verso il “positivo” e rifulgono da ciò che appare “negativo”, ma quello che per noi è positivo non è detto che lo sia anche per gli altri, e quello che a volte accade di negativo, per alcuni ha senz’altro un esito positivo. Per cui, com’è possibile fare le nostre scelte senza essere costretti a troppe rinunce e senza prevaricare il nostro prossimo?

Il pensiero Taoista, insegna a questo proposito che la risposta è dentro noi stessi:

quando cioè riusciamo ad essere allo stesso tempo maschili e femminili ossia tenaci ma, tuttavia, senza imporci sugli altri; allora le polarità Yin e Yang interagiscono in noi rendendoci simili al Tao. Il concetto “negativo”( Yin ), per altro, non è visto come qualcosa dal quale guardarsi, perché, come ben si comprende nei primi due versetti del capitolo 2 del Tao Te Ching, la “bellezza” e il “bene” non esisterebbero neppure di concetto se non ci fossero la “bruttezza” ed il “male” con i quali confrontarsi.

Si comprende in questo modo che lo Yin, il negativo, il femminile, il morbido, il buio, la morte stessa, sono fondamentali e danno origine, di riflesso, allo Yang , al positivo, al maschile, al duro, alla luce e alla nascita e interagiscono per originare l’Universo e tutte le sue creature creando un delicato quanto perfetto equilibrio riscontrabile nella Natura e nei suoi cicli eterni.

La coesistenza senza prevaricazioni, spiega in modo semplicistico il complicato concetto del Tao.

La tigre uccide il cervo quando è affamata, eppure non vi è odio alcuno dentro di lei, d’altro canto il cervo non passa la sua vita nella rassegnazione e neppure smette di procreare per inimicizia con la tigre, perché la Natura ha posto come fattore a questi eventi la fame. Essendo la fame un fattore saltuario, quando viene a mancare, la tigre e il cervo possono riposare insieme all’ombra della grande quercia e l’equilibrio naturale è stabilito.Non sarebbe assurdo, del resto, vivere sconfortati non accettando di essere nati o rassegnati e tristi sapendo di dover morire?

Per fortuna, però, la Natura ha posto questi due eventi agli estremi della nostra vita che, essendo così piena di altri eventi, non ci lascia il tempo per pensare a queste cose. Accettare con serenità gli eventi naturali anche più sgradevoli, così come si accetta il naturale susseguirsi delle stagioni o il perenne rincorrersi del giorno e della notte, è ciò che il Taoismo definisce il “ Wu Wei”, “non agire”.

Questo concetto non va tuttavia preso alla lettera: significa semplicemente che il nostro modo di agire non deve essere forzato o comunque in contrapposizione con le leggi naturali dell’Universo. Ecco, perciò che la spontaneità, l’abbandono, l’accettazione delle leggi della Natura ed il seguirne il corso, diventano gli strumenti per raggiungere la saggezza e ritornare alla purezza interiore che è tipica di un bambino.

_ Il saggio conosce sé stesso:

chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce sé stesso è illuminato._ ( Lao Tze Tao Te Ching cap. 33 )

_ Il Tao eternamente non agisce eppure nulla rimane incompiuto. _ ( Lao Tze Tao Te Ching cap. 37 )

max-taichi2Anche l’esercizio fisico del Tai Chi Chuan è basato sui principi taoisti finora elencati, esso infatti è un susseguirsi di movimenti morbidi e circolari in un perpetuo alternarsi tra posizioni Yin e posizioni Yang. Non esistono posizioni o movimenti statici, veloci o rigidi ma tutto si svolge in modo dinamico, lento e fluido proprio come lo scorrere di un fiume.

I movimenti vengono eseguiti in maniera chiara e completa conoscendo l’inizio e la fine di ognuno di essi, ma, come le onde che nascono l’una dall’altra, non esiste nessuna pausa.

Il sistema di respirazione Chi Kung che si adotta durante la pratica dell’esercizio, avvicina ancora di più il praticante alla filosofia taoista; infatti la liberazione e la canalizzazione dell’energia vitale chiamata Chi, mette l’individuo in perfetta comunione con l’Universo. Secondo il taoismo, infatti, l’uomo è considerato il tramite tra cielo e terra; così la postura eretta ma rilassata della colonna vertebrale, il forte radicamento al terreno misto a posizioni di equilibrio che tendono al cielo, fanno percepire al praticante un senso di completezza e di universalità.

In Cina l’armonia è il fine supremo dell’arte, e, proprio perché il Tai Chi è essenzialmente una forma d’arte, il movimento dev’essere essenziale, senza nulla di superfluo, come in un’opera d’arte nella quale non vi è nulla da aggiungere né tantomeno da togliere. Il capolavoro è l’espressione di una tale padronanza della tecnica, da portare l’artista al superamento della tecnica stessa; anche nel Tai Chi la padronanza completa del movimento porta alla massima espressione del praticante. Possiamo quindi dire che, anche il praticante di Tai Chi, è fondamentalmente un artista che impara ad esprimere la sua arte con uno strumento nuovo: sé stesso. Mediante l’apprendimento e l’esecuzione degli esercizi, egli impara la morfologia del nuovo strumento; con l’esecuzione della forma invece, egli apprende le sette note della scala musicale. Con l’accrescere dell’esperienza, il praticante imparerà ad eseguire brani sempre più complessi fino al raggiungimento della maestria, quando egli saprà comporre nuove sinfonie di movimento e riuscirà ad esprimere, tramite il movimento e il suo corpo, l’emozionale che è in lui.

Già nella Cina antica, con la nascita del pensiero taoista e del buddismo Ch’an, esisteva una simbologia per rappresentare graficamente tutti i concetti inerenti lo Yin e lo Yang : il Tai T’u.

La forma circolare del Tai T’u rappresenta la Natura con i suoi cicli eterni, la zona nera e la zona bianca, perfettamente uguali per forma e dimensioni, rappresentano le polarità opposte Yin e Yang ed il loro eterno inseguirsi e generarsi l’uno dall’altro.

Lo spicchio nero è la parte Yin , il bianco lo Yang; si nota che nella parte più grande dello spicchio si trova un bollino di colore opposto a quello dello spicchio che lo contiene, questo significa che nella massima espressione dello Yin si trova il seme Yang il quale si genera ed arriva al suo massimo sviluppo portando in sé il seme Yin.

Tutto è un perpetuo alternarsi senza prevaricazioni in un unico ciclo, che è il simbolo della completezza e della perfezione dell’Universo e delle sue innumerevoli creature.

Risposte

  1. iniziare a camminare su una nuova strada non sempre puo’ dare l’idea di dove portera’.
    la meta forse e’ nascosta proprio nel percorso…


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